Napoli, 20 settembre 2012 –La storia è quella di sempre. Il piatto piange. Mancano i fondi, niente ruspe per le case abusive. La crisi economica e i tagli dei trasferimenti ai Comuni da un lato, l’aumento delle tariffe e le lungaggini burocratiche dall’altro stanno determinando una paralisi negli abbattimenti degli alloggi fuorilegge. Risultato: a fronte delle 60mila demolizioni disposte dalla magistratura in tutta la Campania, nell’ultimo anno ne sono state effettuate solo poche decine. Emblematico il caso di Napoli: la giunta de Magistris ha varato un piano da cento demolizioni (partendo da Pianura e dai Camaldoli) che, ha annunciato l’assessore all’Urbanistica Luigi De Falco, dev’essere completato entro la fine dell’anno. Lo scoglio da superare riguarda, però, la carenza di risorse. A lanciare l’allarme è lo stesso De Falco, secondo cui «lo Stato ha stabilito un tariffario assurdo che prevede un costo degli interventi tre volte superiore a quello del Comune se eseguiti dall’esercito». All’ombra del Vesuvio, comunque, gli abbattimenti procedono a rilento già da diversi anni. Nel 2011 le demolizioni sono state 85 di cui 33 in danno e 52 spontanee. I problemi finanziari interessano anche gli altri Comuni campani, che faticano a far quadrare i conti e non riescono a destinare significative risorse alle demolizioni. Di abusivismo edilizio si sta discutendo anche in Consiglio regionale, chiamato ad approvare il piano paesaggistico che punta a rimodulare la mappa dei vincoli fissando nuove regole per la pianificazione urbanistica.
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